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Indice dell'articolo

  1 - Giuseppe Merosi

  2 - Alfa 24HP

  3 - Alfa 20/30HP

  4 - Alfa 40/60HP

  5 - Alfa 40/60HP Aerodinamica

  6 - Alfa RL

  7 - Alfa RL Targa Florio

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Giuseppe Merosi

Giuseppe Merosi nasce a Piacenza l’8 dicembre 1872. Ancora fresco di studi tecnici, ma impaziente di dedicarsi ai motori (la sua più grande passione), coglie al volo l’occasione che gli viene offerta dai fratelli Marchand quando questi aprono a Piacenza una fabbrica che, tra i suoi obiettivi, ha quello di diventare una grande Casa motoristica. Assunto, gli viene data la responsabilità tecnica della nuova impresa. A lui si debbono sia le primw vetturette economiche prodotte inizialmente con il marchio Ori-Marchand, sia le bici a motore, le moto e i tricicli che costituiranno con le auto la produzione della Marchand. Quando la società chiude, nel 1908, Merosi trova subito impiego alla Edoardo Bianchi di Milano, dove viene chiamato a dirigere l’ufficio tecnico (settore auto). Ma è solo una parentesi breve che dura pochi mesi. Nel 1910 passa all’A.L.F.A, sollecitato dal cavalier Ugo Stella, già amministratore delegato della Darracq italiana, che si era assunto l’incarico di rilanciare la fabbrica milanese insediata al Portello.
La 24 HP è la prima autovettura realizzata dalla casa del portello, prodotta dal 1910 al 1920. Il progetto della "24 HP" fu commissionato a Giuseppe Merosi direttamente dall'amministratore delegato della "Società Italiana Automobili Darracq" Ugo Stella, nel tentativo di risollevare le sorti dell'azienda.
Sul finire del 1909, quando la progettazione era ormai terminata, Alexandre Darracq decise di vendere la fabbrica ad un gruppo di finanzieri, intenzionati a entrare nel mercato dell'automobile, che proseguirono nello sviluppo dei modelli programma, fondando la società ALFA, acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili.
Nacque così l'autotelaio "24 HP", dotato di un motore monoblocco quadricilindrico in linea di 4.082 cc, con albero a camme nel basamento e cambio a 4 marce, che eroga la potenza di 42 CV, trasmettendola alle ruote posteriori mediante giunto cardanico.
Gli autotelai "24 HP", da affidare ai carrozzieri di fiducia per l'allestimento desiderato, secondo gli usi del tempo, vennero particolarmente apprezzati dalla clientela per l'avanzata tecnologia, per la robustezza strutturale e, ancor più, per la notevole potenza che consentiva di raggiungere i 100 km/h: una velocità stupefacente per l'epoca.


A.L.F.A. 24HP

Tale potenza venne ulteriormente incrementata a 45 CV per le "24 HP serie C" del 1912 e "24 HP serie D" del 1913 e salì a 49 CV per la "20/30 HP serie E" del 1914 che rappresenta l'ultima evoluzione del modello.
Gli autotelai (circa 200) vennero carrozzati negli allestimenti "Corsa" a due posti, "Limousine" a sette posti e, in gran parte, nella versione "Torpedo", anche usata per i mezzi destinati all'esercito che vennero impiegati nella prima guerra mondiale.
Dopo la pausa bellica, durante la quale fu sospesa la produzione di automobili per attuare quella militare, la "24 HP" venne costruita in qualche esemplare nel 1920, per essere definitivamente sostituita dal modello "20-30 HP".


A.L.F.A. 20/30HP

Ed è con l’A.L.F.A. che dà ulteriore prova della sua bravura. Suo è infatti il primo quattro cilindri italiano con distribuzione a doppio albero a cammes. Progettato nel 1910, questo propulsore fu destinato a una vettura sotto certi aspetti polivalente, in grado di soddisfare le esigenze della clientela sportiva e, al tempo stesso, con opportune modifiche, valida per l’impiego agonistico.
Nasce così il l "40-60 HP", che è il pioniere dei propulsori a due alberi a camme (sempre in testa) a 90°.


A.L.F.A. 40/60HP



A.L.F.A. 40/60HP Aerodinamica

Un progetto a dir poco geniale, purtroppo mortificato dai problemi economici dell’azienda che nonostante le prime affermazioni sportive ottenute col modello 40/60 cavalli non riusciva a decollare. Al punto che nel 1915 il consiglio di amministrazione dovette sciogliere la società. Ma è proprio in questo difficile momento che Merosi dimostra nuovamente la sua straordinaria abilità utilizzando, con opportune modifiche e trasformazioni, il materiale già esistente che veniva adattato alle nuove esigenze belliche del conflitto 1915-1918.
Dopo la guerra, Merosi realizza il motore "RL", un motore a 6 cilindri innovativo perché può essere usato sia su vetture da turismo sia su auto da competizione: sarà prodotto in serie a partire dal 1923.


A.L.F.A. RL

La versione da turismo raggiunge nel primo anno di vita vendite record con 829 esemplari, mentre la versione sportiva, montata su chassis molto leggeri, partecipa alla Targa Florio conquistando il primo posto: il motore, conosciuto come "RL TF" (con riferimento, appunto, alla Targa Florio), farà conoscere l'Alfa anche all'estero.


A.L.F.A. RL Targa Florio

Fu a questo punto però che da emiliano appassionato e innamorato del suo lavoro, pur avendo sposato la causa dell’A.L.F.A, si rese tuttavia conto che un ciclo storico, il suo, si stava concludendo e che, intorno a lui, tutto stava cambiando. Fu un’amara constatazione per uno che aveva dato con tanto entusiasmo una lunga parte della sua vita alla causa in cui aveva creduto tenacemente. Per questo, nel gennaio del 1926 Merosi, gentiluomo dei motori, si dimise dall’azienda dedicandosi comunque ad altre attività che potessero in qualche modo attenuare il dolore per questo forzato strappo dal mondo a cui aveva dato gran parte della sua vita. Continuò con una serie di consulenze, più per restare vicino al mondo in cui aveva sempre vissuto, che per ricavarne un utile. Il suo nome resta legato per un certo periodo alla Mathis, all’Isotta Fraschini e alla Frera, una moto con notevole potenziale ma con mezzi economici limitati. Tra il 1941 e il 1943 torna all’Alfa Romeo. Poi il distacco definitivo dal mondo dei motori e anche dagli amici piacentini. Si chiude nella solitudine del suo “rifugio” di Germanedo di Lecco dove conclude i suoi giorni il 27 marzo 1956.


       

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