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Torna il grande coupè Alfa Romeo
(Dal sito di TgCom prova dell'11 gennaio 2004)
Linee morbide, calde, con un frontale che esprime il nuovo family feeling Alfa Romeo e uno scudetto ingrandito per accrescerne in proporzione anche l'aggressività. Inedita è la coda, con un grande paraurti integrato e un lunotto a goccia. L'Alfa GT è una vera sportiva, un coupé 4 posti come mancava da anni nell'offerta della Casa di Arese. Disegnata dal Centro Stile Bertone, è degna erede di quella Giulia Sprint GT firmata da Nuccio Bertone nel 1963. Poco meno di 4,5 metri di lunghezza, l'auto ha un'altezza di appena 1,37 metri, un baricentro basso sia per il corpo della vettura che per la posizione di guida, criteri necessari per esprimerne tutta la sportività. L'abbiamo provata sulle strade del Trentino Alto Adige, dove curve e paesaggi sono perfetti per godersi le caratteristiche del motore 2.0 JTS oggetto della nostra prova.
La mascherina prevede una grossa presa d'aria entro cui sono inglobati gli indicatori di direzione anteriori e i profilati gruppi ottici. Con una bella linea a becco d'aquila del cofano anteriore, il profilo spicca per agilità. La fiancata è decisamente sportiva con la scalfatura evidente e le ridotte superfici vetrate. La visione posteriore è quella più equilibrata, tutta declinata e rastremata con i bellissimi gruppi ottici sfuggenti e di piccole dimensioni. La linea dell'Alfa GT è inconfondibilmente italiana. La scelta del centro stile Bertone è caduta su linee morbide e pulite, con un frontale forte ed essenziale che riscopre il family feeling Alfa Romeo con uno scudetto trilobo dalle dimensioni maggiori rispetto a quelle degli altri modelli Alfa in commercio. Innumerevoli sono le varianti coupé sportive prodotte nella storia dell'Alfa Romeo. Se proprio volessimo parlare di antesignane della nuova GT, sono forse quattro le vetture più rappresentative. Costruite nel corso di una ventina di anni, dal 1956 al 1976, si tratta della Giulietta Sprint, della 1900 SS, della Giulia Sprint GT e dell'Alfetta GT. La mitica Giulietta Sprint del '54, è una vettura inedita per quel periodo e per l'Alfa Romeo che si lancia nel settore delle piccole coupé veloci con una vettura dotata di un motore 1.300 cc che eroga 80 CV a 6.300 giri/minuto, distribuzione con due alberi in testa e due valvole per cilindro. Contemporaneamente alla piccola coupé Giulietta, l'Alfa manda in produzione la potente 1.900 Super Sprint del '54/56 versione aggiornata della 1.900 Sprint del 1952. Questa vettura carrozzata Touring eroga 115 CV da un 4 cilindri di 1.984 cc. Passando agli anni 60, ecco arrivare la Giulia Sprint GT una vettura che con la formula dei quattro posti comodi offre prestazioni al top con una cilindrata di 1.570 cc e 106 CV a 6.000 giri/minuto. Ultima in ordine di tempo l'Alfetta GT del 1974, sempre 4 posti, erogava ben 122 CV da un motore di 1.779 cc.
Per la odierna GT sono tre i motori disponibili e tutti potenziati rispetto agli analoghi già utilizzati da Alfa Romeo su altri modelli della gamma. Al top il V6 di 3.2 litri, che eroga 240 CV a 6.200 giri/min e una coppia di 300 Nm a 4.800 giri, ma in sesta marcia è già disponibile a 2.000 giri. Un motore che evolve il sei cilindri a V Alfa Romeo grazie ad una fasatura della distribuzione rivista e a un impianto di raffreddamento potenziato che comprende anche il radiatore dell'olio motore. L'altro propulsore benzina è il 2.0 JTS da 165 CV, primo motore benzina a iniezione diretta nella camera di combustione. Rispetta le norme Euro-4 per via di quella cosiddetta "combustione magra" fino ai 1.500 giri/min. Se il V6 adotta il cambio meccanico a 6 marce, sul JTS è a 5, ma con il robotizzato Selespeed a richiesta. Torna il manuale 6 marce sul 1.9 Multijet da 150 CV, capostipite della seconda generazione di turbodiesel common rail (quella con più iniezioni sequenziali), e 10 CV in più rispetto al 1.9 Multijet di 147 e 156. La coppia massima di 305 Nm si raggiunge già a 2.000 giri. Auto ricca di dotazioni di serie, dal controllo della stabilità dinamica (VDC) ai fari allo xeno, dal cruise control al climatizzatore bi-zona, l'Alfa GT adotta lo schema di sospensioni della 156: a quadrilatero alto davanti e McPherson con aste trasversali a lunghezza differenziata sull'assale posteriore. Lo schema anteriore è un progetto del Centro Ricerche Fiat e della Progettazione e Sperimentazione Alfa Romeo, e garantisce la massima tenuta in curva, una migliore trazione e precisione dello sterzo, ottimizzando anche l'aderenza delle gomme.
Non fosse per l'inclinatissimo parabrezza, la ridotta dimensione complessiva delle superfici vetrate e il divanetto posteriore più stretto, ci sembrerebbe di essere accolti da una 156. Lungi dall'essere un difetto, questo la dice lunga sulla ottima disponibilità di spazio che si ha a bordo di questa vera coupé 4 posti. Partiamo dal portabagagli che è di generose dimensioni e può contenere agevolmente anche due valigie rigide. Nessun problema per gli sci o eventuali carichi voluminosi, infatti lo schienale è reclinabile ed è dotato di pozzetto per gli sci. Lo spazio sul divano è più che sufficiente per due persone mentre il terzo passeggero potrebbe doversi sacrificare sullo strapuntino centrale. 10 e lode alle rifiniture della selleria con allestimento Distinctive. La pelle è di buona qualità e fattura e non ci sono sbavature o imperfezioni nei rivestimenti; sulla Luxury i rivestimenti in pelle si estendono su tutte le superfici della plancia e delle portiere. La plancia è quella nota della 156 leggermente ridisegnata per adattarla alle dimensioni della GT. La vela centrale contiene, come di consueto, i comandi circolari dell'aria condizionata e il lettore CD nonché il comodo alloggiamento per la Viacard e il portalattine. Molto bello il volante a tre razze dall'impugnatura sicura e ben modellata. Gode di una regolazione pressoché totale e permette, insieme alla regolazione in altezza, profondità e inclinazione del sedile, di trovare la posizione di guida preferita. Originale anche il cruscotto con i doppi indicatori circolari dei giri e del tachimetro, meno comodo perché piuttosto piccolo il display multifunzione, la cui grafica ci ha fatto pensare a quanto già visto su altri modelli di fattura tedesca. Barre antintrusione sulle portiere, longheroni a deformazione programmabile, sistema di prevenzione degli incendi, che in caso d'incidente blocca l'erogazione del carburante, tra le dotazioni di sicurezza del coupé, che può adottare fino a 6 airbag. Tra i tessuti c'è l'Alfatex, un materiale brevettato da Alfa Romeo. Gli allestimenti sono tre e 12 i colori della carrozzeria. I prezzi dell'Alfa GT partono dai 28.800 e 30.800 Euro rispettivamente delle versioni Progression e Distinctive associate alla motorizzazione 2.0 JTS. L'allestimento Luxury con interno in pelle e navigatore satellitare costa 35.700 Euro. Per la versione con motore 3.2 V6 due livelli di prezzo: 37.100 Euro e 41.600 per la Luxury. Quattro sono invece gli allestiomenti disponibili sulla 1.9 JTD M-jet. Si parte dalla versione d'attacco Impression che costa 27.500 Euro per passare alla Progression e alla Distinctive che costano 29.500 e 31.500 Euro. La Luxury costa 36.000 Euro.
Una vettura divertente in ogni circostanza. L'Alfa GT rende ogni strada davvero godibile, che si tratti di una statale toscana tutta saliscendi o di un tracciato a tornanti come il Pordoi. Grazie alla neutralità dell'avantreno e al perfetto feeling trasmesso dal volante l'inserimento in curva è fulmineo. La vettura segue la traiettoria senza scomporsi, salvo l'intervento dell'ottimo ASR quando il fondo si fa scivoloso o sconnesso. La taratura delle sospensioni è un giusto compromesso. Non troppo soffice in modo da permettere una guida sportiva e nemmeno troppo rigida tale da rendere confortevoli anche lunghe percorrenze autostradali. Anche la visibilità, nonostante la seduta piuttosto in basso, è sufficiente e dobbiamo sottolineare l'assenza di angoli ciechi. In montagna si fa un po' di fatica nei tornanti stretti a causa del ridotto raggio di sterzata. La posizione di guida è davvero perfetta: chi vuole può davvero posizionarsi in stile Juha Kankunnen con le gambe allungate e le braccia a formare la classica V di 45 gradi sul volante. Non ci è piaciuta la leva del cambio, seppur deliziosamente retrò, la corsa è piuttosto lunga e gli innesti non sono sempre precisi. A volte abbiamo riscontrato qualche impuntamento. Il propulsore 2.0 JTS a iniezione diretta soddisfa la guida più rilassata e permette qualche puntata aggressiva. Certo, i 165 CV a disposizione sono sfruttabili soprattutto nella parte alta del contagiri e rispetto al poderoso 3.2 litri e al nuovo 1.9 JTD si sente la mancanza di coppia. Tuttavia l'erogazione è molto progressiva a tutti i regimi e, il motore sale di giri regolarmente seppur lentamente ai bassi regimi, per poi aumentare repentinamente intorno ai 4.800 giri/minuto. Sull'auto da noi provato abbiamo riscontrato saltuariamente un imperfetto funzionamento dell'iniezione che agiva a singhiozzo per tutto l'arco di rotazione del motore. Molto appagante il rumore dello scarico, che finalmente fa davvero pensare ad una Alfa Romeo come quelle di una volta.
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