V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Bobby |
Inserito il - 27/01/2010 : 11:48:00 Leggo sul Corriere della Sera del 25 gennaio 2010 il seguente articolo di Maurizio Donelli. Cosa ne pensate?
Tre esempi di (non) ritorno al passato
Il recupero di marchi storici è sempre un' operazione pericolosa. Come ha detto giustamente Sergio Marchionne a Detroit riferendosi al futuro dell' Alfa Romeo, il rischio di guardare continuamente troppo indietro, ricordando il glorioso passato, può portare a non fare alcun passo avanti. Fiat per prima ad esempio ha saputo guardare avanti nel progettare il rilancio della 500. Un' auto modernissima, che dal passato ha preso solo la sigla. Su quella sigla, quel richiamo, è stato poi assemblato un concentrato di tecnologia e design che ha pochi precedenti nella storia. E Mini? Come la 500 non esisteva più. I tedeschi di Bmw, molto pragmatici e poco nostalgici, hanno acquisito il marchio, modellato un' auto perfetta per i giovani (oggi diventata una vera e propria gamma) studiato una strategia di marketing aggressiva, mirata, e solo in occasione del 50° anniversario si sono lasciati andare agli amarcord riunendo vecchie e nuove Mini durante un happening mondiale... in Inghilterra. Ora tocca a Citroën dimostrare che anche il celebre marchio Ds può risorgere. Le premesse sono sorprendenti: l' auto che vedete qui a destra non ha niente a che fare con il mitico «Squalo». Ma proprio niente. Eppure, comunque, quel brand resta vivo. Anche i francesi, quindi, hanno scelto di guardare molto avanti per ricordare ciò che fu. E in un mondo sempre più globalizzato, dove l' appartenenza ha un valore relativo, sembra davvero questa l' unica strada per rinnovarsi senza comunque tradire le proprie radici.
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20 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
alfamax |
Inserito il - 31/01/2010 : 00:23:56 Il ricatto della fiat è quello di dover rimanere in vita per non gettare sul lastrico milioni di persone. Ma ormai le carte sono scoperte, c'è malcontento ed esasperazione per tutti, e i continui aiuti statali servono solo a riempire le tasche private dei capoccioni, mentre il povero operaio non ne ha molto beneficio e continua a stringere la cinghia. Ma economicamente non ne beneficia neanche la collettività in generale. Mi vengono in mente le parole di un piccolo editore della mia zona, che, quasi 15 anni fa disse che l'Italia non è un Paese dove c'è una vera cultura industriale, e che nel giro di non molti anni molte fabbriche avrebbero chiuso i battenti, forse anche la fiat, per mancanza di capacità gestionale. Questo, detto non in un periodo di crisi, e più o meno, ci ha visto giusto. Da una parte sarei felice di una eventuale cessione dell'Alfa sotto capaci e danarose mani straniere, dall'altra e contemporaneamente sarei infelice, perchè sono convinto che gli stranieri non migliorerebbero la situazione, almeno nel senso che vorremmo noi. |
Bobby |
Inserito il - 30/01/2010 : 22:46:28 Se è per questo la fiat non è mai stata pubblica, ma le perdite ce le siamo lo stesso sempre pagate noi, in termini di cassa integrazione, incentivi, prestiti ponte e quanto altro. E se andiamo a tirare le somme mi sa che ha preso di piu la fiat (azienda privata) che l'Alfa Romeo (allora pubblica). E ci chiedono ancora di continuare a pagare.... Se Alfa Romeo deve dimostrare di poter stare sul mercato, sennò deve sparire, lo stesso deve fare fiat. Deve poter dimostrare di riuscire a stare essa stessa nel mercato mondiale, con i suoi tanti marchi, senza andare a bussare continuamente alle casse dello stato italiano, o di quello americano(in termini di incentivi, ammortizzatori sociali, e altro....) salvo poi mandare tranquillamente a fare in bagno i livelli occupazionali degli stabilimenti in Italia. Se non ci riescie, beh che dire, deve sparire lei stessa dall'orizzonte automobilistico mondiale. Credo che nessuno ne sentirà troppo la mancanza.... |
alfamax |
Inserito il - 29/01/2010 : 21:41:10 Ad essere sinceri ed obiettivi, nel passato si è potuto fare molto in Alfa solo perchè, essendo una azienda pubblica, le perdite venivano facilmente coperte dallo Stato. Questa è stata una fortuna, perchè ha dato nutrimento agli appassionati di tutto il mondo, ma anche la sua sfortuna, perchè ha creato quello che stiamo vivendo oggi. E ancora obiettivamente, il discorso di s.m. non fa una grinza dal punto di vista della produttività dell'azienda. Solo che ci sono modi e modi di fare profitto. La renault ha creato la dacia per aumentare gli utili; la fiat avrebbe altri sistemi per farlo, dedicando contemporaneamente le risorse per la creazione di un prodotto d'eccellenza e diversificato con Alfa e Lancia. Penso che la maggior colpa che possa avere è proprio questa mancanza di impegno per lo sviluppo del sistema. Sta sbagliando tutto, ma soprattutto sta letteralmente sterminando l'auto italiana, con la A maiuscola. Dopo di lui, esisterà ancora un prodotto italiano degno, cioè un prodotto che porti avanti una filosofia nel rispetto della tradizione? |
Anfortas |
Inserito il - 29/01/2010 : 12:47:50 Meglio ancora sarebbe (un serio) cambio di proprietà.
che IMHO mai avverrà |
Bobby |
Inserito il - 29/01/2010 : 12:29:42 Bisognerà anche vedere quanto durerà S.M. ancora in Fiat e quanto passerà prima che si ritiri al di là dell'Atlantico a curare la sua pupilla Chrysler togliendosi definitivamente dai gabbasisi come direbbe il grande Montalbano! A quanto pare la cosa potrebbe anche essere non così remota, visto che in molti vedono in Wester il naturale successore di sua maestà s.m., il che vuol dire per Alfa Romeo un nuovo cambio al vertice e un nuovo A.D.. Ma non si doveva dare stabilità senza continui cambi di strategia e di management? Qui stiamo cambiando AD più in fretta di quanto la Juventus - sempre per restare in famiglia - cambi allenatore (e tutti sappiamo quanto ne avrebbe bisogno hihihihi). Ma perché non mettiamo Marchionne ad allenare la Juve e Ciro Ferrara come AD dell'Alfa Romeo? Meglio dei suoi predecessori saprà sicuramente fare.... anche se a fare meglio di loro, oggettivamente, ci vuole molto poco!!! |
Anfortas |
Inserito il - 29/01/2010 : 12:07:56 | Frank ha scritto:
L'importante è conservare del passato quelle cose che andavano bene e che non c'è necessità di cambiare.
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Peccato che S.M. non la pensi così |
Frank |
Inserito il - 29/01/2010 : 10:11:45 | alfamax ha scritto:
| Frank ha scritto: Per quanto mi riguarda, per me il tempo si è fermato definitivamente al 1978 (e non solo per le Alfa Romeo). Ho conosciuto mia moglie nel 1971, continuo ad usare esclusivamente accendini a benzina d'epoca, i miei orologi sono tutti assolutamente meccanici (quarzo? Cos'è???), ascolto Barry White, Patty Pravo, Mina, Pink Floyd, ecc. frequento ancora bar e ristoranti "storici" della mia città, mi rivedo i film "poliziotteschi", penso ancora che a Milano ci sia Satta Puliga, Busso, Nicolis e Garcea, sono ancora fiero dei campionati del mondo vinti dalla 33 del 1975 e nel 1977, i miei aperitivi sono il Negroni, la China Martini, il rabarbaro Zucca, uso ancora pantaloni di velluto a coste e completi principe di galles grigi, leggo Hemingway, mi piacciono le commedie in b/n, Studio Uno, Scala Reale (ho una collezione di video enorma), i film di Sergio Leone, odio la fotografia digitale (per quanto sia costretto ad usarla per lavoro: il suono dello specchio delle mie reflex è eccazionale come pure la qualità delle immagini fissate su pellicola), la mia poesia preferita è "If" di kipling, conservo ancora gelosamente il libri di Salgari che leggevo da ragazzo, e molto altro.
Sono un pazzo, lo so. O come dicono alcuni miei amici, sono un dinosauro in fase di estinzione. Ma sono contento così.
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Però poi usi il computer.
Non ti piace il presente?
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La tecnologia moderna consente cose che in passato erano impensabili e certamente non può essere rifiutata. Specie per quanto la comunicazione che oggi è essenziale. L'importante è conservare del passato quelle cose che andavano bene e che non c'è necessità di cambiare. |
Anfortas |
Inserito il - 29/01/2010 : 09:53:19 | Frank ha scritto:
Tornando ad ambiti più consoni alla discussione: in Alfa (e non solo), si produceva tutto. Si partiva dall'acciaio e si arrivava al prodotto finito (molle e viti comprese): oggi le case automobilistiche sono forse più assemblatori che produttori; io li definieri "coppieri" delle richieste più o meno assurde del mercato. Prima la moda la facevano i produttori, ora si cerrca solo di soddisfare le esigenze del mercato ed il profitto.
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E qui ti quoto in toto, in Alfa si faceva un prodotto non solo per le vendite ma anche per il gusto di fare un buon prodotto.
Adesso TUTTE le case automobilistiche sono costrette, ed è logico in quanto società commerciali, a fare soprattutto cassa.
Ed è qui che, nel mio modestissimo parere, "casca l'asino".
L'alternativa sembra essere: Fare un prodotto che "fa cassa" e sostenerlo con pubblicità e luoghi comuni, con molta immagine ma pochi "reali contenuti concreti" (vedi da un lato BMW X6 o Audi col motore gigante diesel o la Cayenne e nel loro (molto) piccolo MITO e futura Giulietta) o fare qualcosa di veramente di alto livello contenutistico, vedi Mitsubishi evo, Subaru, Nissan SZ ecc. che fanno pochissimi numeri e quindi "poca cassa".
Ed è qui che per me può tornare ad avere senso il marchio Alfa, anzi, di più, se consideriamo il design molto più emozionale che le macchine citate sopra non hanno assolutamente.
La cassa la puoi fare con la Punto, il Doblo' ecc. che sono auto destinate alla maggioranza delle persone che guardano il "concreto" e, volenti o nolenti purtroppo oggi sono la maggioranza.
La "cassa" si puà fare anche con i "piloti da bar" che guardano più all'immagine e a "presunte" superiorità tecniche e ----mi sembra ---che oggi con Mito e Giulietta si sta guardando moltissimo a loro.
Ci sono infine "i dinosauri in fase di estinzione. Ma sono contenti così"
o quasi.....
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alfamax |
Inserito il - 28/01/2010 : 23:40:48 | Frank ha scritto: Per quanto mi riguarda, per me il tempo si è fermato definitivamente al 1978 (e non solo per le Alfa Romeo). Ho conosciuto mia moglie nel 1971, continuo ad usare esclusivamente accendini a benzina d'epoca, i miei orologi sono tutti assolutamente meccanici (quarzo? Cos'è???), ascolto Barry White, Patty Pravo, Mina, Pink Floyd, ecc. frequento ancora bar e ristoranti "storici" della mia città, mi rivedo i film "poliziotteschi", penso ancora che a Milano ci sia Satta Puliga, Busso, Nicolis e Garcea, sono ancora fiero dei campionati del mondo vinti dalla 33 del 1975 e nel 1977, i miei aperitivi sono il Negroni, la China Martini, il rabarbaro Zucca, uso ancora pantaloni di velluto a coste e completi principe di galles grigi, leggo Hemingway, mi piacciono le commedie in b/n, Studio Uno, Scala Reale (ho una collezione di video enorma), i film di Sergio Leone, odio la fotografia digitale (per quanto sia costretto ad usarla per lavoro: il suono dello specchio delle mie reflex è eccazionale come pure la qualità delle immagini fissate su pellicola), la mia poesia preferita è "If" di kipling, conservo ancora gelosamente il libri di Salgari che leggevo da ragazzo, e molto altro.
Sono un pazzo, lo so. O come dicono alcuni miei amici, sono un dinosauro in fase di estinzione. Ma sono contento così.
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Però poi usi il computer.
Non ti piace il presente? |
oscarjus |
Inserito il - 28/01/2010 : 18:25:47 Siete veramente dei soggetti interessanti da leggere ragazzi...
appena ho un po' di tempo aggiungo qualche precisazione anche io |
Bobby |
Inserito il - 28/01/2010 : 11:12:12 Nel 1970 avevo 6 anni, nel 1979 ne avevo 16, e il mio unico pensiero era andarmene in giro con gli amici in motorino. Si pensava a studiare certo, ma nel tempo libero non ci si interrogava di certo dei grandi temi del decennio.... Io passavo il mio tempo libero in qualche officina, il più delle volte arrangiata, a smontare o cercare di truccare quel povero Garelli che la sorte, o meglio i miei genitori, mi avevano concesso di avere, o sotto casa intorno al lampione, dove eravamo soliti radunarci per passare un po di tempo a ridere scherzare e farci scherzi. Ed è naturale che ricordi quei tempi con affetto e anche con un po di nostalgia, nonostante che dal punto di vista storico il periodo non è stato di certo molto felice!
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Frank |
Inserito il - 28/01/2010 : 10:39:11 Scusa, indipendentemente da qualsiasi credo religioso-politico-sociale ecc., secondo te è meglio la assoluta indefinitezza di ogni cosa che ci circonda oggi? E' meglio il continuo rimodellarsi qualunquistico-opportunistico alle situazioni del momento? E' meglio il riciclarsi ad arte ed ipocritamente proporsi ogni volta nel modo che si ritiene sia gradito agli altri? Oggi di comandanti che affondano con la nave non ce ne sono più...
Del resto bianco e nero, buono e cattivo, acceso o spento, e chi più ne ha più ne metta, sono realtà umane da sempre esistite e secondo me da un punto di vista anche darwiniano incrollabili, per quanto oggi si cerchi in ogni modo di smussarle ed adattarle forzosamente alle esigenze personali o contingenti delle situazioni.
Tornando ad ambiti più consoni alla discussione: in Alfa (e non solo), si produceva tutto. Si partiva dall'acciaio e si arrivava al prodotto finito (molle e viti comprese): oggi le case automobilistiche sono forse più assemblatori che produttori; io li definieri "coppieri" delle richieste più o meno assurde del mercato. Prima la moda la facevano i produttori, ora si cerrca solo di soddisfare le esigenze del mercato ed il profitto. |
Anfortas |
Inserito il - 28/01/2010 : 10:30:26 | Frank ha scritto:
Secondo me, i traguardi raggiunti nel passato (in qualsiasi tipo di attività umana) devono necessariamente essere ricordati. Questi tuttavia costituiscono solo un punto di partenza per dimostrare come i livelli attuali siano pari a quelli di eccellenza raggiunti in precedenza. Come a dire "eravamo i migliori in passato e lo siamo anche ora". E' evidente che ciò oggi non può più essere sostenuto dall'Alfiat. Ogni riferimento ai passati fasti (tipo quello che ho realizzato nella mia locandina) è solo propaganda commerciale e, purtroppo, pura demagogia della peggiore specie.
Del resto, se qualcuno può accontentarsi di questo, Mark Twain diceva "è meglio vivere nell'illusione che nella delusione". Ormai coi tempi che corrono credo che non ci resti altro.
Per quanto mi riguarda, per me il tempo si è fermato definitivamente al 1978 (e non solo per le Alfa Romeo). Ho conosciuto mia moglie nel 1971, continuo ad usare esclusivamente accendini a benzina d'epoca, i miei orologi sono tutti assolutamente meccanici (quarzo? Cos'è???), ascolto Barry White, Patty Pravo, Mina, Pink Floyd, ecc. frequento ancora bar e ristoranti "storici" della mia città, mi rivedo i film "poliziotteschi", penso ancora che a Milano ci sia Satta Puliga, Busso, Nicolis e Garcea, sono ancora fiero dei campionati del mondo vinti dalla 33 del 1975 e nel 1977, i miei aperitivi sono il Negroni, la China Martini, il rabarbaro Zucca, uso ancora pantaloni di velluto a coste e completi principe di galles grigi, e molto altro.
Sono un pazzo, lo so. O come dicono alcuni miei amici, sono un dinosauro in fase di estinzione. Ma sono contento così.
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O.T. scusate l'o.t., ma è una domanda che faccio spesso ai miei coetanei Nostalgia della ideologia di guerra fredda??? Dove c'era il rosso ed il nero, il buono e il cattivo, dove le proprie ragioni le si sosteneva addirittura anche con il bastone (manganello di destra/spranga di sinistra)? adesso sembra tutto, per usare le tue parole: "solo propaganda commerciale e, purtroppo, pura demagogia della peggiore specie." E ci rientra la tua locandina (bellissima), ma anche l'articolo riportato da Bobby e, IMHO la Cayenne, BMW1-2-3-(simbolo dell'infinito) Scusate l'O.T |
Frank |
Inserito il - 28/01/2010 : 10:03:36 Secondo me, i traguardi raggiunti nel passato (in qualsiasi tipo di attività umana) devono necessariamente essere ricordati. Questi tuttavia costituiscono solo un punto di partenza per dimostrare come i livelli attuali siano pari a quelli di eccellenza raggiunti in precedenza. Come a dire "eravamo i migliori in passato e lo siamo anche ora". E' evidente che ciò oggi non può più essere sostenuto dall'Alfiat. Ogni riferimento ai passati fasti (tipo quello che ho realizzato nella mia locandina) è solo propaganda commerciale e, purtroppo, pura demagogia della peggiore specie.
Del resto, se qualcuno può accontentarsi di questo, Mark Twain diceva "è meglio vivere nell'illusione che nella delusione". Ormai coi tempi che corrono credo che non ci resti altro.
Per quanto mi riguarda, per me il tempo si è fermato definitivamente al 1978 (e non solo per le Alfa Romeo). Ho conosciuto mia moglie nel 1971, continuo ad usare esclusivamente accendini a benzina d'epoca, i miei orologi sono tutti assolutamente meccanici (quarzo? Cos'è???), ascolto Barry White, Patty Pravo, Mina, Pink Floyd, ecc. frequento ancora bar e ristoranti "storici" della mia città, mi rivedo i film "poliziotteschi", penso ancora che a Milano ci sia Satta Puliga, Busso, Nicolis e Garcea, sono ancora fiero dei campionati del mondo vinti dalla 33 del 1975 e nel 1977, i miei aperitivi sono il Negroni, la China Martini, il rabarbaro Zucca, uso ancora pantaloni di velluto a coste e completi principe di galles grigi, leggo Hemingway, mi piacciono le commedie in b/n, Studio Uno, Scala Reale (ho una collezione di video enorma), i film di Sergio Leone, odio la fotografia digitale (per quanto sia costretto ad usarla per lavoro: il suono dello specchio delle mie reflex è eccazionale come pure la qualità delle immagini fissate su pellicola), la mia poesia preferita è "If" di kipling, conservo ancora gelosamente il libri di Salgari che leggevo da ragazzo, e molto altro.
Sono un pazzo, lo so. O come dicono alcuni miei amici, sono un dinosauro in fase di estinzione. Ma sono contento così. |
Anfortas |
Inserito il - 28/01/2010 : 09:25:42 | Bobby ha scritto:
Non è una scelta tecnica rispetto ad un'altra a fare di una vettura una vera Alfa Romeo; semmai una filosofia costruttiva diversa che ha sempre messo le vetture del biscione al top della propria categoria, nonostante i costi, nonstante tutto.... ed in questo, solo guardare ed imparare dalla nostra storia può aiutarci.
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come non quotarti, caro Bobby, anch'io sono d'accordo, è la filosofia che c'è alla base(e, chiaramente la sua --completa-- realizzazione) che fa di un modello, di un marchio, leggenda. Alfa è sempre stata all'avanguardia della tecnica e tale deve restare, come hai bene ribadito, "La tecnologia evolve e con essa debbono evolvere gli schemi e le architetture tecniche delle auto. Semmai la storia deve sempre aiutare a capire chi eravamo ieri e chi dobbiamo essere domani, in virtù di un dovere che ci si assume quando si arriva ad occupare determinate posizioni"
E' sul domani, che si deve guardare, non sull'ieri, che però non deve essere assolutamente dimenticato.
d'altronde la filosofia e il programma del nostro club è, il punto di arrivo per le Alfa di ieri, di oggi e di domani"
Per quanto riguarda quell'articolo mi sembra solo propagandistico della nuova vettura Citroen. |
Bobby |
Inserito il - 28/01/2010 : 09:10:04 Personalmente non sono molto d'accordo con quell'articolo. Che non si possa restare ancorati ad un passato, pur se glorioso e pieno di soddisfazioni è un dato di fatto. La tecnologia evolve e con essa debbono evolvere gli schemi e le architetture tecniche delle auto. Semmai la storia deve sempre aiutare a capire chi eravamo ieri e chi dobbiamo essere domani, in virtù di un dovere che ci si assume quando si arriva ad occupare determinate posizioni. E si badi bene, il discorso proprietà del marchio c'entra ben poco con tutto questo, perché per un marchio come Alfa Romeo la proprietà passa ben in secondo piano e chi va ad occupare determinate poltrone deve avere ben chiaro che va ad amministrare un pezzo di storia, e chi si pone nelle condizioni di parlare di congelamenti, chiusure e quanto altro poi con quella storia prima o poi dovrà farci i conti. (E noi siamo tutti qui sul bordo del fiume ad attendere che passi il cadavere...) Io non credo che le vetture di oggi debbono essere avulse da quello che si era ieri. Questa è semmai una storiella che ci hanno raccontato e che a furia di sentircela dire iniziamo a crederci anche noi. Marchi come Audi che pur essendo dei marchi premium non hanno una storia gloriosa come noi alle spalle, iniziano addirittura ad inventarsela, la Opel fa i filmatini con la Kadet da Rally (ma ve la ricordate la Kadet giallo-canarino in allestimento rallistico???) e noi abbiamo deciso di dimenticarci tutto? Certo questa operazione è necessaria nel momento in cui si decide di mettere in vendita vetture che non possono essere ispirate a chissà quale tradizione e non ricordare alcunché se non per il nome altisonante. Eh sì, perché se la povera 155 era rea di condividere pianale e sospensioni con la Fiat Tempra, beh che dire, la Giulietta condivide gli stessi organi col furgone Doblò.... Ma quell'articolo ha ragione sul fatto che non bisogna imporsi dei vincoli quando si progetta una vettura; quadrilateri alti, motore longitudinale, trazione, ma chi l'ha detto? Non è una scelta tecnica rispetto ad un'altra a fare di una vettura una vera Alfa Romeo; semmai una filosofia costruttiva diversa che ha sempre messo le vetture del biscione al top della propria categoria, nonostante i costi, nonstante tutto.... ed in questo, solo guardare ed imparare dalla nostra storia può aiutarci. |
alfamax |
Inserito il - 27/01/2010 : 21:25:00 | Messaggio di Bobby
Leggo sul Corriere della Sera del 25 gennaio 2010 il seguente articolo di Maurizio Donelli. Cosa ne pensate?
Tre esempi di (non) ritorno al passato
Il recupero di marchi storici è sempre un' operazione pericolosa. Come ha detto giustamente Sergio Marchionne a Detroit riferendosi al futuro dell' Alfa Romeo, il rischio di guardare continuamente troppo indietro, ricordando il glorioso passato, può portare a non fare alcun passo avanti. Fiat per prima ad esempio ha saputo guardare avanti nel progettare il rilancio della 500. Un' auto modernissima, che dal passato ha preso solo la sigla. Su quella sigla, quel richiamo, è stato poi assemblato un concentrato di tecnologia e design che ha pochi precedenti nella storia. E Mini? Come la 500 non esisteva più. I tedeschi di Bmw, molto pragmatici e poco nostalgici, hanno acquisito il marchio, modellato un' auto perfetta per i giovani (oggi diventata una vera e propria gamma) studiato una strategia di marketing aggressiva, mirata, e solo in occasione del 50° anniversario si sono lasciati andare agli amarcord riunendo vecchie e nuove Mini durante un happening mondiale... in Inghilterra. Ora tocca a Citroën dimostrare che anche il celebre marchio Ds può risorgere. Le premesse sono sorprendenti: l' auto che vedete qui a destra non ha niente a che fare con il mitico «Squalo». Ma proprio niente. Eppure, comunque, quel brand resta vivo. Anche i francesi, quindi, hanno scelto di guardare molto avanti per ricordare ciò che fu. E in un mondo sempre più globalizzato, dove l' appartenenza ha un valore relativo, sembra davvero questa l' unica strada per rinnovarsi senza comunque tradire le proprie radici.
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Vorrei sbagliare, ma i riferimenti sono tutti ad auto che non presentavano delle indiscusse qualità tecniche e stradali come le Alfa. Se guardiano bene, la 500 era un'auto molto semplice, e personalmente mi fa vergognare di come la fiat potesse prendere per i fondelli il popolo italiano con un prodotto così scarso. Anche la vecchia mini non era niente di eccezionale tecnicamente, anzi. Sono state auto che hanno fatto carriera perchè hanno rappresentato delle epoche, e che ora si guardano con nostalgia. E' chiaro che con prodotti così, cavalcare l'onda emotiva con vetture che ne scopiazzano le forme e colpiscono solo emotivamente il pubblico, è facile, ma non mi pare che le nuove 500 e mini abbiano quel qualcosa in più che le facciano distinguere dalla massa. Più o meno è così anche per la DS. Per l'Alfa la storia è totalmente diversa. Il livello tecnico raggiunto dai tecnici è stato talmente eccelso, che è difficile fare operazioni commerciali insulse come 500, mini o altra robaccia. Non sono per niente d'accordo con s.m. Tenta solo di giustificare le sue porcate con queste miserande affermazioni. Io non so, ma uno così solo la fiat se lo poteva beccare. Come fai a non tradire le tue radici, se fai di tutto per farle dimenticare? Fra un pò, i giovani non sapranno più cos'è un QA. Basterebbe mantenere il motore longitudinale, il QA, o un sistema ad hoc appositamente studiato, e al retro un multi link più o meno evoluto. Non fare niente di tutto ciò è tradire il proprio passato. Senza una specifica evoluzione, di quale appartenenza va parlando?
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Romeo.78 |
Inserito il - 27/01/2010 : 20:59:38 Bisogna guardare al futuro non facendo morire cio' che ci ha reso forti e celebri. |
oscarjus |
Inserito il - 27/01/2010 : 18:09:20 Bellissima locandina Frank!!! |
Frank |
Inserito il - 27/01/2010 : 12:58:55 Io l'ho sempre pensata così e questa è la prova:
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