Alfa Romeo Bimotore
L'Alfa Romeo rubata dal cavallino
Per contrastare lo strapotere di Mercedes e Auto Union, Enzo Ferrari fece modificare il telaio della "P3" e lo dotò di due motori, uno davanti e l'altro nella coda. Il risultato fu un mostro di potenza, velocissimo ma inguidabile. Sarebbe stato un fallimento, se non fosse stato per Nuvolari che conquistò il primato mondiale di velocità sulla Firenze-Mare, superando i 323 km/h.
Quando Enzo Ferrari e l'Alfa Romeo, che gli aveva affidato le sue auto da corsa, si interrogano a fine 1934 su come contrastare Mercedes e Auto Union, il primo ha un'idea: prendere la "Tipo B", ormai a fine carriera, e raddoppiare la potenza con due motori, uno davanti al pilota e l'altro nella coda. Nasce così la "Bimotore".
Il cavalier Luigi Bazzi, capo-tecnico della scuderia, deve disegnarla e costruirla in quattro mesi, in tempo per le corse di "Formula libera" più importanti del 1935: Tripoli e Avus. I due motori vengono accoppiati attraverso un lungo albero, ma frizione e cambio sono unici, solidali con il motore anteriore. La trasmissione è sdoppiata con due alberi laterali che divergono verso le ruote posteriori.
Dopo il collaudo (10 aprile 1935, autostrada tra Brescia e Bergamo), nel primo confronto in circuito (G.P. di Tripoli, 12 maggio 1935) ci vuole tutto il coraggio di Nuvolari per tenere in pista quel cavallo pazzo, che non va dritto nemmeno in rettilineo ed è sempre ai box perché divora i pneumatici. Nuvolari è quarto e Luis Chiron, che guida l'altro esemplare di "Bimotore", gli è subito dietro. Ferrari manda poi le due "Bimotore" con Nuvolari e Chiron all'Avusrennen, Berlino 26 maggio. L'italiano si deve fermare in batteria mentre il monegasco conquista il secondo posto.
Dev'essere dopo questa corsa che i piloti fanno un discorso chiaro a Bazzi e Ferrari: quella macchina lì, in circuito, meglio scordarsela. Si decide dunque l'attacco ai vecchi record di velocità per la Classe B, motori da 5 a 8 litri. Sulla Firenze-Lucca è Nuvolari che si prende le sue belle paure e che conquista il record di classe: 321,428 km/h sul km lanciato e 323,125 km/h sul miglio lanciato. Sono quasi 100 km/h sopra i limiti precedenti, però appena migliori di quelli di Caracciola (Mercedes) e Stuck (Auto Union) in Classe C, cioè con motori di cilindrata inferiore a 5 litri.
La tecnica
Passo (mm) 2800
Carreggiata anteriore (mm) 1380
Carreggiata posteriore (mm) 1380
Altezza minima (mm) 1350
Altezza massima (mm) 1390 (con pinna posteriore)
Lunghezza 4160
Peso a vuoto (kg) 1000
Peso tatale (kg) 1310 (1100*)
Motori 2x8 cilindri
Alesaggio x corsa (mm) 71x100
Cilindrata totale (cm³) 5810 (6330**)
Potenza (CV) 540 a 5400 giri/min
Pneumatici anteriori 5.50x19 (5.50x20***)
Pneumatici posteriori 6.50x19 (7.00x21***)
Serbatoio carburante (litri) 240
Serbatoio olio (litri) 40
(*) Peso dichiarato in assetto da record, Lucca 15/6/1935
(**) Cilindrata del secondo esemplare
(***) In assetto da record
Le immagini
Finì la carriera in Inghilterra. Austin Dobson e Peter Aitken acquistarono da Ferrari la "Bimotore", oramai dismessa, nel 1937. Su quest'auto (modificata) corse, sul circuito di Brooklands, George Harvey Noble (foto), che non ottenne alcun risultato, ma si prese solo un gran spavento.
L'esordio nel G.P. di Tripoli. 12 maggio 1935: sul circuito di Mellaha (Tripoli), Nuvolari (n. 42) supera Fagioli su Mercedes, ma presto l'usura dei pneumatici lo rallenterà. Giungerà quarto, seguito da Chiron (n. 56), sull'altra "Bimotore". Primo Caracciola su Mercedes.
La prima volta del Cavallino. La "Bimotore", appena ultimata, in posa con Nuvolari al volante ed Enzo Ferrari sorridente, davanti alla scuderia. L'auto non ha emblema. Ferrari porrà, anche sulla calandra, il suo Cavallino al posto del Biscione, suscitando le proteste dell'Alfa Romeo.
|